San Leopoldo Mandic e “la carrozza del miracolo” al ritorno da Lourdes

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San Leopoldo Mandic, testimone della Misericordia

Quando, nel febbraio 2016, nell’ambito del “Giubileo della Divina Misericordia”, Papa Francesco ha inviato i “Missionari della Misericordia” nel mondo, ha voluto che i corpi di san Padre Pio e san Leopoldo Mandic, fossero portati ed esposti nella Basilica di San Pietro a Roma, quali testimoni della Divina Misericordia nella loro veste di confessori.

San Leopoldo, nato nel 1886 in Dalmazia (oggi Montenegro) e morto a Padova nel 1942, è stato beatificato nel 1976 da Paolo VI e canonizzato nel 1983 da Giovanni Paolo II.

Come Padre Pio, era un frate cappuccino e trascorse la sua vita nel confessionale, confessando anche fino a 15 ore al giorno.
“L’amore per Gesù, gli piaceva dire, è un fuoco che si nutre del legno del sacrificio e dell’amore della croce; se non si nutre in questo modo, si spegne”.

Venerato come il santo del sacramento della riconciliazione e dell’ecumenismo, si è offerto per la salvezza delle anime (“Poiché Dio non mi ha concesso il dono della parola per predicare, voglio dedicarmi a riportargli anime col sacramento della penitenza”, diceva) e anche per aver avvicinato i cattolici ai suoi fratelli in Oriente.

Fisicamente, san Leopoldo era più piccolo persino di santa Bernadette (misurava 1,35 m), ma, come lei, è stato un gigante della santità.

San Leopoldo e Lourdes

Estremamente devoto alla Vergine (morì mentre recitava le parole del “Salve Regina”) Padre Leopoldo si era recato in pellegrinaggio a Lourdes nel luglio del 1934, e al ritorno fu protagonista di un episodio inspiegabile.

Arrivato alla stazione di Padova, accompagnato da un altro sacerdote (don Luigi Callegaro) e da un bambino (Angelo Bernardi), prese un calesse (condotto da Augusto Formentin) per recarsi al convento dove abitava.
Il calesse prese via Dante e in un punto in cui la strada era particolarmente stretta, si trovò di fronte il tram che stava arrivando nella direzione opposta. I portici su ciascun lato della strada non permettevano al calesse di deviare, la larghezza disponibile non era sufficiente affinché il calesse e il tram potessero incrociarsi senza toccarsi e trascinare il cavallo.
I passanti che videro la scena iniziarono a urlare, Padre Leopoldo chiuse gli occhi, si rivolse alla Vergine e chiese aiuto: miracolosamente, il calesse e il tram attraversarono senza incastrarsi.

Quando i passanti notarono che tra i passeggeri indenni c’era Padre Leopoldo, iniziarono a gridare: “Non è successo niente perché c’era Padre Leopoldo!”, e lui rispose molto confuso: “Stiamo tornando da Lourdes, e ci sono due sacerdoti, è la Beata Vergine che ci ha salvato!”

Il calesse, che da allora viene chiamato “il calesse del miracolo” è ora in mostra presso il Santuario del Convento dei cappuccini, situato in Piazzale Santa Croce a Padova (a 1,5 km dalla Basilica di Sant’Antonio)

Gino TESTA
(della “Famiglia Notre-Dame di Lourdes”, e Animatore dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio a Parigi)

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